Da oggi (20 agosto) su Sky Documentaries e on demand è in onda il documentario Ayrton Senna, un vecchio lavoro di Francis Megahy (del 2018), regista britannico che ebbe un rapporto speciale con Ayrton, tanto che fu invitato in Brasile a casa sua a lavorare a questo progetto.
Non fatevi ingannare dal titolo: Ayrton Senna: la leggenda. E’ un racconto personale dell’uomo.
Non è un lavoro sul Senna campione, non ci sono immagini di gara, ma solo immagini di qualche test. Però ci sono tante interviste e molto Senna privato.
“La paura c’e ma ci convivo molto bene. E’ qualcosa che sfrutto come istinto di sopravvivenza”, dice Ayrton ad un certo punto quando il primo maggio 1994 era ancora lontanissimo.
Si vede la preparazione di Ayrton a casa su ad Angra. La costruzione della nuova casa in campagna sui due laghi con la grande costruzione per i suoi giochi: barche, kart, moto d’acqua, aeromodelli. La sua cura nei dettagli, la sua voglia di coltivare frutta e verdura nella facenda dove sono stati costruiti anche gli alloggi per il personale.
In poco meno di un’ora ci si avvicina ad un Senna che non è inedito, ma che riserva qualche sorpresa come quando si presta a far da scuola guida a Michael Andretti e gli fa vedere dove staccare, dove cambiare, che traiettorie seguire.
Lo vedi allegro e rilassato tra gli amici e i famigliari. C’è anche un passaggio in una scuola scozzese, quella dove era stato Jim Clark, in cui racconta la sua stima per Fangio e parla anche di religione: “Un argomento delicato,difficile. Io cerco con tutte le mie forze di capire la vita attraverso Dio non solo leggendo la Bibbia. Questo vale per ogni giorno della mia vita…”.
Gli chiedono anche quando pensa di andare in pensione: “Ho solo 31 anni penso di avere ancora molta strada davanti”. E qui scende la lacrima mentre lui racconta il suo bisogno di superare i suoi limiti: “Adoro vincere, correre, battere qualcun’altro e battere anche me stesso”…
Un’ora ben spesa per rivivere un po’ dell’uomo Ayrton.


